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PRESENTAZIONE SCUOLE-ISTITUTI

LE INFEZIONI SESSUALMENTE TRASMESSE

Come riconoscerle e prevenirle

IL PROGETTO
  • 25 Febbraio 2024

PROGETTO “PIU’ AMORE MENO RISCHI” #piùamoremenorischi

 Proponente:

Sarah Gustapane, Referente Distrettuale Malattie Sessualmente Trasmissibili Circoscrizione DEF, Lions International Distretto Lions 108AB – socia e referente del Lions Club Lecce Messapia – progetto “PIU’ AMORE MENO RISCHI”

“Più amore meno rischi” è un Progetto rivolto agli studenti delle Scuole Secondarie di II grado ed ha l’obiettivo di informarli sulla corretta prevenzione delle Infezioni Sessualmente Trasmissibili (IST) incoraggiandoli all’adozione di comportamenti responsabili e consapevoli nelle esperienze sessuali.

Purtroppo, l’educazione all’affettività e alla sessualità rappresenta una lacuna educativa ancora da colmare nel sistema scolastico italiano, come pure manca un piano strutturato di prevenzione a livello nazionale. Da qui l’esigenza di informare gli adolescenti, soggetti fragili e per questo più esposti, che spesso non ricevono informazioni scientificamente corrette o non sanno a chi rivolgersi nel caso di insorgenza di infezioni.

Il progetto nasce dalla collaborazione tra il Lions Club Lecce Messapia (anno sociale 2023-2024 adottato il 15 Settembre 2023, dal Presedente in carica Antonello Gaspare De Stasio, presentando l’iniziativa al Distretto Lions 108AB PUGLIA, ne riceve il consenso e lo approva) e l’U.O.C di Ostetricia e Ginecologia (Dott.ssa S. Gustapane) e U.O. Di Patologia Clinica (Dott. L. Tagliaferro) dell’Ospedale Veris delli Ponti di Scorrano.

Obiettivi del Progetto:

  • informare gli studenti sulla prevenzione delle IST,
  • sviluppare il senso di responsabilità verso il proprio e altrui benessere sessuale,
  • valutare le conoscenze attuali degli studenti, per mirare gli interventi successivi,
  • offrire un servizio gratuito e anonimo per la diagnosi delle IST,
  • coinvolgere gli studenti attraverso un concorso in cui verrà premiato l’elaborato più efficace.

L’informazione degli studenti avverrà attraverso la creazione di un sito Internet, in cui saranno presenti diversi strumenti didattici multimediali: un seminario a cura dei medici aderenti al Progetto, la monografia “Le infezioni sessualmente trasmesse. Come riconoscerle e prevenirle” curata dalle Dott.sse Barbara Suligoi e Maria Cristina Salfa dell’ISS, la scheda 10 False credenze.

I dati scientifici saranno tradotti in un linguaggio multimediale semplice, diretto e alla portata dei giovani, attraverso i quali gli studenti saranno guidati nella conoscenza delle principali IST (causa, sintomi e complicanze), dei fattori che ne aumentano il rischio, degli stili di comportamento più corretti da adottare per evitare il contagio e delle azioni da intraprendere in caso di rapporti a rischio.

Obiettivo ulteriore del Progetto è di estendere in futuro la proposta al territorio nazionale, così da rafforzare la collaborazione comunitaria tra Lions e territorio.

La valutazione delle conoscenze degli studenti avverrà tramite un questionario anonimo a risposta multipla compilabile online, uno strumento utilissimo per sondare le conoscenze degli studenti e per mettere alla prova il loro grado di informazione su questo tema. I risultati verranno analizzati al fine di ottenere una fotografia delle attuali conoscenze in tema di IST tra i giovani del nostro territorio e mirare gli interventi successivi da intraprendere.

Attraverso una chat attiva sul sito, gli studenti potranno interagire e fare le loro domande ai medici inseriti nel Progetto, nel rispetto dell’anonimato.

Infine, ci sarà un Open Day in cui verranno invitati gli studenti a sottoporsi volontariamente e gratuitamente al test per le IST, (se maggiorenni potranno recarsi da soli, se minorenni saranno accompagnati dai genitori) con il sostegno del dott. Luigi Tagliaferro, Responsabile del Centro Sentinella per l’area di Lecce della Rete di Sorveglianza Infezioni Sessualmente Trasmesse dell’Istituto Superiore di Sanità e della Dott.ssa Sarah Gustapane, Dirigente Medico dell’UOC di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Veris delli Ponti di Scorrano.

Gli studenti, alla fine del progetto, saranno invitati a partecipare ad un concorso in cui sarà premiato l’elaborato più efficace lasciando loro libertà di scelta di espressione (video, vignette, spot, disegni, fotografie, musica, narrativa e poesia). Conclusione: il progetto “Più amore meno rischi” mira a diffondere un approccio positivo alla sessualità, promuovendo il pensiero critico, la cultura della prevenzione come stile di vita, il rispetto dei diritti riguardanti le scelte sul corpo e le pratiche sessuali, con l’obiettivo di costruire una società più equa, informata e consapevole, a partire dagli adolescenti, cittadini del futuro.

BACKGROUND

Le infezioni sessualmente trasmesse (IST) sono un gruppo di malattie infettive molto diffuse che possono causare sintomi acuti, infezioni croniche e, a lungo termine, complicanze gravi come sterilità, sviluppo di tumori, problemi in gravidanza, infezioni neonatali. Ragazze e ragazzi tra i 15 e i 24 anni rappresentano la fascia di età più esposta al loro sviluppo e sono soggetti a rischio per vari motivi: hanno tessuti genitali più fragili, molto spesso non hanno sintomi o li trascurano, hanno più di frequente rapporti sessuali non protetti e con più partner. E, in questo quadro di maggiore vulnerabilità, pochi di loro sono informati a riguardo: troppi giovani non conoscono le varie patologie, i pericoli e non sanno a chi rivolgersi in caso di bisogno per visite, accertamenti e cure.

L’educazione alla sessualità risulta perciò di fondamentale importanza, come strumento di prevenzione, prima di tutto, e di promozione della salute e del benessere dei ragazzi. Quando parliamo di IST non dobbiamo considerare solo l’HIV, il quadro è molto più ampio e complesso e comprende infezioni causate da batteri, virus, protozoi e parassiti. L’Istituto Superiore di Sanità presenta l’elenco delle principali infezioni sessualmente trasmesse, distinguendole partendo dai patogeni. Per esempio, oggi la sifilide potrebbe sembrare una malattia “antica”, superata, da letteratura (di sifilide morì Guy de Maupassant e si ammalò Arthur Schopenhauer). La realtà è un’altra: di sifilide (treponema pallidum) ci si ammala ancora, e spesso: è infatti tra le principali infezioni causate da batteri insieme alla clamidia (chlamydia trachomatis), la gonorrea (neisseria gonorrhoeae), l’ulcera venerea o cancroide (haemophilus ducreyi), la donovanosi o granuloma inguinale (klebsiella granulomatis) e le infezioni batteriche non gonococciche e non clamidiali (gardnerella vaginalis, mycoplasma genitalium, mycoplasma hominis, ureaplasma urealyticum,
streptococco di gruppo B).

Le principali IST causate da virus sono, invece, la nota infezione da HIV (virus dell’immunodeficienza umana), l’herpes genitale (herpes simplex virus di tipo 2 e di tipo 1), i condilomi ano-genitali (papillomavirus umano – HPV), l’epatite B (virus dell’epatite B – HBV) e l’epatite C (virus dell’epatite C – HCV), il mollusco contagioso (poxvirus) e l’infezione da cytomegalovirus (cytomegalovirus). L’infezione da trichomonas (trichomonas vaginalis) è invece causata da protozoi, mentre la pediculosi del pube (pthirus pubis) e la scabbia (sarcoptes scabiei) da parassiti.

La dimensione del problema è molto rilevante: “Si stima che oltre 500 milioni di persone abbiano un’infezione genitale da virus herpes simplex (HSV), più di 290 milioni di donne presentano un’infezione da papillomavirus umano (HPV). La maggior parte delle IST non presenta sintomi o presenta solo sintomi lievi che potrebbero non essere riconosciuti. Le malattie sessualmente trasmissibili come l’HSV di tipo 2 e la sifilide possono aumentare il rischio di acquisizione dell’HIV” (dati del Ministero della Salute).

Dal 2000 al 2019 è aumentato del 23% circa il numero di donne con IST e i casi di clamidia nel 2019 hanno evidenziato un incremento del 33% rispetto al 2017. Sono questi i dati forniti dall’Istituto Superiore di Sanità pubblicati e aggiornati al 31 dicembre 2019. I giovani tra i 15 e i 24 anni mostrano una prevalenza di casi di infezione da chlamydia trachomatis quadrupla rispetto ai soggetti di età superiore, negli ultimi cinque anni i casi di gonorrea sono raddoppiati, ma negli ultimi quattro sono diminuiti del 20% circa i casi di sifilide primaria e secondaria, così come si è osservata una riduzione del numero di casi di condilomi ano-genitali, un risultato, quest’ultimo, molto probabilmente attribuibile alle campagne vaccinali anti-HPV in femmine e maschi. È più che raddoppiato, invece, negli ultimi quindici anni, il numero di donne con herpes genitale.

Un dato a cui fare particolare attenzione è relativo al più alto rischio di contrarre o trasmettere l’HIV in persone con una infezione sessualmente trasmessa, attraverso le lesioni a livello genitale. La prevalenza di infezione da HIV tra le persone con una IST confermata nel 2019 è circa quaranta volte più alta di quella stimata nella popolazione generale italiana.

In Italia sono presenti due sistemi di sorveglianza sentinella. Quella dei centri clinici, attiva dal 1991, segnala le persone con una diagnosi confermata in atto, mentre quella basata sui laboratori di microbiologia clinica, attiva dal 2009, segnala le persone che si sottopongono a test di laboratorio per chlamydia trachomatis, trichomonas vaginalis e neisseria gonorrhoeae. Entrambe sono coordinate dal Centro operativo AIDS dell’Istituto Superiore di Sanità.

L’educazione nelle scuole

In un quadro di efficaci azioni di monitoraggio e prevenzione, capaci di favorire la diagnosi e il trattamento precoce delle infezioni facilitando l’accesso ai servizi sanitari, si inserisce il nostro progetto “Più amore meno rischi”. Gli obiettivi sono molteplici e si concentrano sui giovani, agendo nel contesto scolastico, attraverso la promozione della salute sessuale, anche in relazione agli aspetti affettivi ed emozionali, per prevenire la trasmissione delle IST.

Perchè ai giovani

I giovani rappresentano una categoria a rischio per le IST in quanto l’immaturità delle mucose, a livello genitale, rende i giovani più suscettibili a queste infezioni. Inoltre, i giovani possono avere molti contatti sessuali e una più alta probabilità di avere nuovi partner in unità di tempo. Molto spesso hanno una certa difficoltà ad aprirsi con gli adulti e non sanno a chi rivolgersi per una diagnosi o una cura. Risulta, dunque, molto importante educare i ragazzi a riconoscere queste infezioni, a sapere come si possono prevenire e ad avere, in generale, una conoscenza dell’educazione alla salute e al benessere sessuale, concentrandosi, non solo sugli aspetti medici e sanitari, ma anche su quelli psicologici e di comportamento.

La strategia da adottare è la prevenzione attraverso l’informazione e l’educazione a comportamenti sessuali responsabili, sviluppando un modello di intervento educativo da attuare nelle scuole.

L’educazione alla sessualità e la realtà italiana

Esistono diversi modelli di educazione sessuale, alcuni più orientati alla prevenzione dei rischi ed altri ad un approccio olistico e positivo alla sessualità, che tiene in considerazione le differenze, i diritti umani e sessuali, le identità. Sebbene differenti per impostazione teorica, contesto a cui si rivolgono ed esiti finali, sono condivisi i requisiti fondamentali per l’implementazione di un programma efficace di educazione sessuale, ovvero:

  • una visione positiva della sessualità e inclusiva delle diversità, che promuova la prevenzione dei rischi ma anche il senso di responsabilità verso il proprio e altrui benessere sessuale
  • la promozione del pensiero critico, per attivare la capacità di prendere decisioni libere, consapevoli e informate
  • un approccio basato su diritti umani e sessuali, consenso e rispetto della privacy, per favorire l’attivazione verso il rispetto dei diritti riguardanti le scelte sul corpo, le relazioni e le pratiche sessuali consensuali
  • una visione trasformativa del genere, che metta in discussione ruoli, norme e stereotipi, tenendo conto e rispettando le differenze, con l’obiettivo di costruire una società più equa e giusta

Purtroppo, nella scuola italiana, a differenza di altre realtà Europee, non viene dedicato del tempo all’educazione alla sessualità e la stragrande maggioranza delle attività didattiche sono condotte da operatori ed operatrici appartenenti ad associazioni di volontariato, enti del Terzo Settore o Organizzazioni Non Governative. A livello nazionale esistono riferimenti normativi e progetti di prevenzione e controllo delle IST, costituiti prevalentemente da Delibere delle giunte regionali o piani regionali di prevenzione. La situazione inter-regionale rilevata è molto disomogenea, con alcune regioni particolarmente attive, dove è possibile trovare centri IST, interventi di prevenzione primaria e secondaria, offerta ed esecuzione di test diagnostici per le IST, disponibilità di protocolli diagnostico-terapeutici e altre regioni in cui questa documentazione è assente.

L’educazione alla sessualità è considerata una componente chiave della strategia globale per la prevenzione dell’HIV e delle IST in Europa: è un processo basato su insegnamento e apprendimento degli aspetti cognitivi, emotivi, fisici e sociali della sessualità, mira a fornire ai bambini e ai giovani conoscenze, abilità, atteggiamenti e valori che consentiranno loro di prendersi cura della propria salute, sviluppare relazioni sociali e sessuali rispettose, valutare con consapevolezza le proprie scelte, per il proprio benessere e quello degli altri e difendere, così, i propri diritti.

Ai giovani devono essere garantite una chiara e capillare informazione e un facile accesso all’assistenza e alle cure, attraverso una diagnosi precoce. Si rende necessaria l’offerta attiva e l’effettuazione del test HIV tra le persone con una IST attraverso un counseling mirato, in accordo con quanto previsto dal Piano nazionale AIDS 2017-2019, sostenendo la prevenzione primaria con la vaccinazione anti-HPV, anti-epatite B, anti-epatite A. Appare inoltre fondamentale promuovere il sesso sicuro: dall’uso corretto del preservativo alla riduzione del numero dei partner sessuali, fino al consumo consapevole dell’alcol, evitando l’uso di sostanze stupefacenti.

Materiale didattico
La monografia “Le infezioni sessualmente trasmesse. Come riconoscerle e prevenirle” si rivolge a ragazze e ragazzi delle scuole secondarie ed è stata curata, nel 2018, da Barbara Suligoi e Maria Cristina Salfa dell’Iss, per la collana di libri I ragazzi di Pasteur, frutto della cooperazione tra Ibsa Foundation e Istituto Pasteur Italia. La prima parte illustra le regole del sesso sicuro spiegando ai giovani come riconoscere le infezioni sessualmente trasmesse, i potenziali rischi connessi e a chi rivolgersi per avere delucidazioni a riguardo. Nella seconda trova spazio un fumetto a cura della Scuola romana dei fumetti, la cui sceneggiatura è stata elaborata dagli studenti del Liceo scientifico Galileo Galilei di Trento, sempre incentrato sul tema.

Questionario “La prevenzione delle Infezioni Sessualmente Trasmesse”
Questionario sui comportamenti e la percezione del rischio di contrarre un’infezione a trasmissione sessuale da parte degli studenti. Il questionario sarà presente sul sito, potrà essere compilato online e richiederà ai partecipanti dai 5 ai 10 minuti per rispondere alle domande e darà informazioni utili per individuare al meglio i bisogni informativi.

Attività di counselling via chat
Gli studenti delle scuole che aderiranno al progetto saranno collegate con un’equipe multidisciplinare (venereologo, ginecologo, psicologo) attraverso la creazione di uno spazio sicuro e diretto via chat, nel totale rispetto dell’anonimato, in cui poter esprimere le loro domande e potranno ricevere altre informazioni sulle infezioni sessualmente trasmissibili.

 Bibliografia
1) World Health Organization. Global health sector strategy on Sexually Transmitted Infections, 2016-2021. Geneva: WHO; 2016.

2) Salfa M, Ferri M, Suligoi B. Le Infezioni Sessualmente Trasmesse: aggiornamento dei dati dei due Sistemi di sorveglianza sentinella attivi in Italia al 31 dicembre 2016. Not Ist Super Sanita 2018;31(6):3-42.

3) United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization. International technical guidance on sexuality education: an evidence-informed approach; 2018 (https://unesdoc.unesco.org/ark:/48223/pf0000260770).

4) World Health Organization. Standard per l’educazione sessuale in Europa. Quadro di riferimento per responsabili delle politiche, autorità scolastiche e sanitarie, specialisti. Ufficio Regionale per l’Europa dell’OMS e BZgA; 2010.

5) European Centre for Disease Prevention and Control. A comprehensive approach to HIV/STI prevention in the con- text of sexual health in the EU/EEA. Stockholm: ECDC; 2013.

6) Roien LA, Graugaard C, Simovska V. The research landscape of school-based sexuality education: systematic mapping of the literature. Health Educ 2018;118(2):159-70.

7) Boler T, Johnsson E. School-centred HIV and AIDS care and support in Southern Africa: technical consultation report, 22-24 May 2007 – Gaborone, Botswana. Paris: UNESCO; 2008, 42 p. (https://unesdoc.unesco.org/ark:/48223/pf0000157860).

8) United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization. International technical guidance on sexuality education. An evidence-informed approach for schools, teachers and health educators. Volume I: The rationale for sexuality education. Paris: UNESCO Section on HIV and AIDS, Division for the Coordination of UN Priorities in Education, Education Sector. Paris: UNESCO; 2009 (https://unesdoc.unesco.org/ark:/48223/pf0000183281?posInSet=3&queryId=71b8af1a-35d7- 4bf4-88a7-a663f416dd67).

9) Sexuality Information and Education Council of the United States. Guidelines for comprehensive sexuality education: kindergarten to 12th grade. 3rd ed. National Guidelines Task Force. New York: SIECUS; 2004 (https://siecus.org/wp-content/uploads/2018/07/Guidelines-CSE.pdf ).

10) Sex Information & Education Council of Canada. Sexual health education in the schools: questions and answers. 3rd edition. Toronto: SIECCAN; 2010 (http://sieccan.org/wp- content/uploads/2018/05/SIECCAN_Q-A-Sexual-health- education-in-the-schools.pdf ).

11) Future of Sex Education Initiative (FoSE). National sexuality education standards: core content and skills, K-12 [a special publication of the Journal of School Health]; 2012 (https://answer.rutgers.edu/file/national-sexuality- education-standards.pdf ).

12) Future of Sex Education Initiative. FoSE. National Sex Education Standards: Core Content and Skills, K-12 (Second Edition); 2020 (http://www.advocatesforyouth.org/wp-content/uploads/2020/03/NSES-2020-web.pdf ).

13) United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization. Review of the Evidence on Sexuality Education. Report to inform the update of the UNESCO international technical guidance on sexuality education; developed by Paul Montgomery and Wendy Knerr, University of Oxford Centre for Evidence-Based Intervention. UNESCO: Paris; 2018 (https://gcedclearinghouse.org/sites/default/files/ resources/180165eng.pdf ).

14) Allen L. Sexuality Education. In: Naples NA (Ed.). Companion to sexuality studies. Hoboken, NJ (USA): Wiley; 2020. p. 225-41.

15) Ketting E, Brockschmidt L, Ivanova O. Investigating the ‘C’ in CSE: implementation and effectiveness of comprehensive sexuality education in the WHO European region. Sex Education 2021;21(2):133-47.

16) United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization. Inside and out: a Comprehensive Sexuality Education (CSE) assessment tool. Health and Education Resource Centre (unesco.org) (http://www.ippf.org/static/ youth/CSEAssessmentToolEN.xlsx).

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  • 3 Gennaio 2024

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Safe is the New Normal
  • 2 Gennaio 2024

La campagna Safe is the New Normal, realizzata da Durex in collaborazione con l’associazione Onlus Anlaids e un gruppo di esperti medico-scientifici dell’Ospedale Sacco di Milano, fornisce un utile decalogo composto da 10 buone pratiche per un sesso sicuro e salutare.

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  • 1 Gennaio 2024

PROGETTO “PIÙ AMORE MENO RISCHI”

PER UN APPROCCIO POSITIVO E PREVENTIVO ALLA SESSUALITÀ
Dal punto di vista di un adolescente

Che cosa vuol dire avere un “approccio positivo alla sessualità”?

La premessa fondamentale è che, oggi, l’educazione sessuale non dovrebbe più puntare a spaventare le generazioni che si approcciano alle prime esperienze sessuali, tanto meno a demonizzare il sesso e le sue faccettature. Piuttosto, compito di chi si occupa di educazione sessuale è quello di provare a trasmettere informazioni, nozioni e conoscenze affinché chiunque possa approcciarsi alla sessualità in maniera piacevole, informata e consapevole, senza paure e senza dover correre rischi, sia rispetto per esempio alle gravidanze indesiderate sia rispetto alle infezioni sessualmente trasmissibili.

Obiettivo, quindi, diventa il poter scardinare limiti e false conoscenze nel rispetto della propria e dell’altrui corporeità, della propria e dell’altrui volontà e della propria e dell’altrui libertà di espressione.

Perché si rende necessario questo cambiamento di prospettiva?

Nel mondo odierno è ormai più che assodato che prevenire è sempre più conveniente che curare.

Ci troviamo, per altro, di fronte a modi sempre più diversificati di esprimere la propria identità sessuale.

Nel tempo, i diritti sessuali sono stati riconosciuti come diritti umani fondamentali ed universali e l’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la Salute Sessuale come: “uno stato di benessere fisico, emotivo, mentale e sociale legato alla sessualità; non riducibile all’assenza di malattia, disfunzione o infermità. La salute sessuale richiede un approccio positivo e rispettoso alla sessualità e alle relazioni sessuali, così come la possibilità di avere esperienze sessuali piacevoli e sicure, libere da coercizioni, discriminazioni e violenza. Per far sì che la salute sessuale venga raggiunta e mantenuta, i diritti sessuali di ognuno devono essere rispettati, protetti e soddisfatti”.

Indispensabile diviene, quindi, il conoscere anche le forme di sessualità non stereotipata, non sempre necessariamente binaria, per evitare l’insorgere di stigmi, preconcetti limitanti sé e gli altri, paure invalidanti o rischi inutili.

Soltanto tramite una conoscenza che deriva da fonti certe e scientifiche, si può ridurre il rischio di cadere in atteggiamenti violenti e giudicanti.

Essere in grado di instaurare relazioni, anche sessuali, paritarie in cui vi siano comprensione reciproca e rispetto per i bisogni e i confini reciproci, contribuisce anche alla prevenzione dell’abuso e della violenza sessuale.

L’impegno personale ed emotivo di ciascuno di noi diventa imprescindibile.

E, allora, nel concreto, come ci si approccia in maniera positiva alla sessualità?

Se iniziamo a non considerare più la sessualità come un tabù ma come un aspetto sano della vita di ogni individuo, possiamo iniziare intanto a parlare in maniera seria della questione.

Non c’è un “modo giusto e corretto” per avere rapporti sessuali, piuttosto, questi devono permettere di entrare in contatto con il proprio piacere e la propria intimità, evitando di correre rischi per sé e per l’altro.

Vergogna, sensi di colpa, imbarazzi ed emozioni connessi alla sfera sessuale possono trovare spazio per essere messi in campo ed esplorati. Si arriva in tal modo ad accettare e valorizzare la sessualità, sviluppando atteggiamenti positivi e propositivi, privi di sterili giudizi.

Essere “positivi al sesso” prevede in primis la conoscenza e la comprensione della propria sessualità e del piacere sessuale, per poi estenderla, successivamente, anche all’altro.

In estrema sintesi, una visione positiva della sessualità che prevede il rispetto verso se stessi e tutti gli altri:

  • implica di aver fatto proprio un pensiero critico e consapevole sul fatto che la sessualità e il piacere che ne deriva sono sperimentati e vissuti in maniera diversa da ciascuno;
  • sottolinea che nessuna preferenza è migliore delle altre.

Avere una visione sessualmente positiva implica per forza il dover essere aperti rispetto a molteplici tipi di esperienze sessuali e disposti personalmente a sperimentarle?

Approcciarsi in maniera positiva agli aspetti sessuali non significa intanto essere necessariamente già sessualmente attivi o particolarmente disinibiti e audaci.

Significa, piuttosto, riuscire a sviluppare una predisposizione mentale, un atteggiamento di rispetto e apertura.

Essere liberi sessualmente vuol dire conoscere per arrivare a poter praticare il tipo di sesso che più soddisfa, dopo essersi adeguatamente informati, aver esplorando i propri limiti e seguendo delle proprie regole per tutelarsi e tutelare.

Vuol dire anche rispettare la diversità sessuale e le differenze di genere, essendo consapevoli dell’identità sessuale e dei ruoli di genere.

Soltanto in tal modo il sesso può divenire una piacere occasione di incontro con l’altro che non lascia strascichi fisici ed emotivi, a volte anche dolorosi.

Un’esperienza sessuale positiva che caratteristiche potrebbe e dovrebbe avere?

Il sesso, a maggior ragione se tra adolescenti, dovrebbe:

  • sempre derivare da scelte libere e decisioni consenzienti ed essere quindi privo di coercizioni, discriminazioni e violenza;
  • essere sempre sicuro per se stessi e per il partner (sia nell’accezione medico/clinica che in quella emotiva/psicologica);
  • non essere mai un’esperienza vuota, senza emozioni e vissuti correlati;
  • prevedere momenti di condivisione aperta e non giudicata con il partner;
  • seguire ad una fase nella quale si è cercato di comprendere il proprio corpo per sentirsi a proprio agio con la sessualità e con la propria identità sessuale, con i significati ad essa sottesi ed il legame con la dimensione relazionale;

Da quali fonti può derivare un’educazione positiva alla salute?

Come già, più volte sottolineato, negli ultimi tempi si punta a promuovere un’educazione sessuale consapevole che il modo di intendere il piacere sessuale è diverso per ogni individuo.

Per poter maturare un atteggiamento responsabile ed arrivare a vivere in modo appagante la sessualità, però, si ha bisogno di conoscerla, sia negli aspetti di arricchimento culturale sia rispetto ai rischi che, essa, può presentare.

Questa visione implica la possibilità di rivolgersi a professionisti specializzati, tra cui ginecologi, medici, sessuologi, ostetriche e psicologi. Per tale ragione, oggi sempre di più si tende a parlare di educazione sessuale olistica che trasmetta informazioni anatomiche, sociali, culturali, ambientali, storiche, religiose e perfino legali.

In questo processo di maturazione personale, dovrebbero avere un ruolo centrale e, possibilmente interattivo:

  • come già detto, i professionisti specializzati;
  • i genitori o le figure di accudimento;
  • la scuola in quanto prima agenzia educativa e i docenti;
  • i servizi di consulenza presenti gratuitamente sul territorio (es. consultori familiari, associazioni…)
  • i social e gli influencer;
  • i peer education.

È stato chiaramente dimostrato che un approccio partecipativo tramite il quale i soggetti sono chiamati ad investire personalmente ed emotivamente, porta a migliori risultati e a un maggiore empowerment.

Quando il parlare di sesso incontra il dover parlare anche di salute, il passo dal provare a fornire consigli utili al dare sterili prescrizioni percepite come rigide, grottesche e involontariamente comiche è molto breve.

Il progetto #piùamoremenorischi nasce proprio dal desiderio di portare la comunicazione medica e scientifica ad un livello umano, per renderla accessibile e comprensibile a tutti.

Per concludere, si ribadisce l’importanza di trovare uno spazio, condiviso o anche solo mentale e privato, nel quale potersi confrontare su questioni fondamentali.

Fare i conti con una sessualità consapevole e matura, significa saper e sapersi rispondere a varie e delicate questione, tra cui, ad esempio:

  1. decido veramente io quello che voglio fare del mio corpo? E mi va di fare quello che il partner propone? Voglio farlo realmente o desidero solo “accontentare” l’altro?
  2. al contrario, il mio partner è convinto di fare quello che facciamo? Siamo liberi e consenzienti realmente entrambi? Appare ancora necessario e non scontato ricordare che rispettare i NO, i limiti e i divieti, posti da se stessi o dagli altri è il primo passaggio necessario per rendere la società civile, sicura e rispettosa.
  3. sono realmente sereno con me stesso e con l’altro durante un rapporto sessuale?
  4. io cosa voglio veramente? Cosa mi piace? Come mi sento appagato? Conosco tutti i modi che esistono per essere in rapporto con gli altri?
  5. conosco bene il mio corpo o vorrei scoprirlo di più?
  6. assecondo quello che il mio corpo mi chiede o mi forzo a fare cose che non mi danno appagamento e piacere, soltanto per seguire canoni socialmente accettati e condivisi di essere in rapporto con la sessualità altrui?
  7. ho bisogno di saperne di più? Mi sento realmente sicuro?
  8. accetto il mio corpo e i miei desideri?
  9. di cosa ho bisogno per sentirmi meglio? (informazione, sicurezza, accettazione?)
  1. riesco a parlare con serietà e tranquillità di aspetti sessuali, almeno con il partner?

Soprattutto in età adolescenziale e giovanile avere dubbi, timori, incertezze non solo è lecito ma è, anche, normale ed auspicabile.

Chi si concede tempo e spazio per attraversare tutto ciò con calma, senza fretta sarà un adulto più maturo emotivamente e più risolto dal punto di vista emozionale.

Vale la pena ricordare ancora come esistono contesti nei quali, anche in forma anonima, ci si può rivolgere ad adulti più esperti o a professionisti specializzati per farsi aiutare in questi processi di crescita.

“NON È NECESSARIO RISOLVERE TUTTO DA SOLI: SI PUÒ CHIEDERE AIUTO”

#piùamoremenorischi